Cammina Cammina...

Cammina  Cammina...

lunedì 26 dicembre 2011

EX VOTO



Accade
che le affinità d'anima non giungano
ai gesti e alle parole ma rimangano
effuse come un magnetismo. É raro
ma accade.

Puó darsi
che sia vera soltanto la lontananza,
vero l'oblio, vera la foglia secca
piú del fresco germoglio. Tanto e altro
puó darsi o dirsi
.
Comprendola tua caparbia volontà di essere sempre assente
perchè solo così si manifesta
la tua magia. Innumeri le astuzie
che intendo.

Insisto
nel ricercarti nel fuscello e mai
nell'albero spiegato, mai nel pieno, sempre
nel vuoto: in quello che anche al trapano
resiste.

Era o non era
la volontà dei numi che presidiano
il tuo lontano focolare, strani
multiformi multanimi animali domestici;
fors'era così come mi pareva
o non era.

Ignoro
se la mia inesistenza appaga il tuo destino,
se la tua colma il mio che ne trabocca,
se l'innocenza è una colpa oppure
si coglie sulla soglia dei tuoi lari. Di me,
di te tutto conosco, tutto
ignoro.

Eugenio Montale


                                                                                                                                      immagine di Sally Mann





 

mercoledì 21 dicembre 2011

NATALE BLU




Non sopportavo i collant, specialmente quelli di lana che portavano le mie compagnette. Così mia madre era costretta a mettermi delle calze che arrivavano al ginocchio e che lei chiamava calzettoni. La parola mi faceva un po' ridere, mi sembrava irrimediabilmente goffa.

Ma il vento gelido dell'inverno, proprio quel vento speciale, frizzante e tagliente, me lo godevo in pieno.
Quel vento, chiamato sul posto zizza o zizzola, bruciava o, propriamente, “strinava” la carne scoperta, donandomi due guance rosse che per natura non ho mai avuto.
In dicembre l'aria nelle strade strette e murate, chiuse fra alte case di pietra, acquistava una particolare trasparenza azzurrina o addirittura blu; così per me il colore del Natale non è né rosso né bianco ma blu.
 








domenica 11 dicembre 2011

HYPNOS









Nella mitologia greca, Hypnos era il dio del sonno, conosciuto presso i Romani sotto il nome di Somnus. Figlio di Nyx, la notte. Era anche il fratello gemello di Thanatos, dio che personificava la morte. Secondo Esiodo, viveva nelle terre sconosciute dell'ovest, mentre  secondo Omero, abitava  a Lemnos. Gli scoliasti (commentatori antichi di Omero) si sono interrogati riguardo a ciò. Secondo alcuni, i Lemnieni apprezzavano molto il vino, quindi accoglievano  Hypnos con piacere. Secondo altri, il dio era innamorato di Pasitea, una delle tre Grazie, che abitava in questa città.
Hypnos aveva il potere di addormentare tanto gli uomini che gli dei. Era considerato benevolo ed ero attorniato dai Sogni. Portava sempre con sé un mazzo di papaveri con cui, sfiorando le palpebre dei dormienti, donava loro realistiche illusioni.




 Il sonno è una delle cose più belle che si possono vedere ( proprio nel senso di “guardare” ) al mondo.
Il sonno, o meglio. il dormiente , che sia animale o umano ; bambino, 
adulto, vecchio.
La creatura abbandonata al sonno avvia l'osservatore alla pratica della contemplazione , e anche, in un certo senso, dell'ascesi.
Non si allungano le mani sul dormiente, per accarezzarlo, per stringerlo, anche se magari verrebbe voglia.
Ridestare dal sonno è una colpa.
Solo guardare è lecito, inalare quello splendido naturale rilassamento, la pacificazione dei muscoli, il riaffiorare di una espressione fetale cancellata dai parossismi emotivi della vita da svegli.

Nel dormiente si riconosce la nostra propria fragilità, ma anche il diritto di essere indifesi, e la risorsa della smemoratezza, dell'oblio.