«I bambini allattati con il mezzo
visivo, tv o computer, hanno un rapporto con la parola viscerale,
diretto, frammentato e semplicistico. E se la scuola non ha più
autorevolezza e credibilità, non può certo rimediare. I miei
studenti universitari fanno errori ortografici, grammaticali e
sintattici, ma soprattutto ignorano il ragionamento complesso. Niente
ipotassi, abolizione delle subordinate e dei nessi causali tra
proposizioni. D’altra parte sono abituati alla digitazione veloce e
la miniaturizzazione degli strumenti non aiuta.
... «C’è una cesura abissale
con il passato, la storia li lascia indifferenti. Se affronto il
conflitto mediorientale parlando dei bambini morti a Gaza, gli
studenti partecipano, ma i motivi della guerra non interessano.
L’attenzione è attratta da questioni emotive che esaltano la
proiezione narcisistica. La cultura grammaticalizzata, le regole,
l’interpretazione intellettuale, l’astrazione, la logica, lo
sguardo d’insieme sono archeologia: il 90 per cento dei ventenni
apprezza solo il dettaglio, il frammento, la concretezza,
l’emotività». Problemi che riguardano anche gli adulti, a quanto
pare: «Basta guardare le prestazioni nei concorsi di magistrati,
presidi, insegnanti…».
G.Priulla nel saggio "Italia dell'ignoranza"